Quando David Lawrence, in “l’amante di Lady Chatterley”, descrisse il coinvolgente incontro della signora con il guardiacaccia non si interrogò sul tipo di sostanze che in quei momenti dominava i loro cervelli.
Oggi sappiamo che una donna o un uomo innamorati sono in balia di molecole capaci di scatenare sensazioni di piacere, euforia e benessere.
Ad esempio, la feniletilamina, normalmente prodotta dall’organismo, raggiunge livelli elevati quando l’approccio comincia a tradursi in desiderio.
La feniletilamina è contenuta anche nella cioccolata e ciò potrebbe validare l’ipotesi secondo cui tale alimento avrebbe qualità antidepressive.Mangiare cioccolata, infatti, comporta un incremento delle endorfine circolanti che agiscono favorevolmente sul tono dell’umore.
Inoltre, la capacità della cioccolata di migliorare l’umore è legata alle sue concentrazioni di anandamina, caffeina e magnesio.
L’aumento della concentrazione di feniletilamina stimola il rilascio di dopamina, neurotrasmettitore legato alle sensazioni di piacere che soddisfano stimoli come fame, sete e pulsione erotica.
La dopamina provoca indirettamente anche eccitazione, euforia ed entusiasmo, riducendo parallelamente l’appetito e, di conseguenza, il girovita.
Al contrario, il cattivo umore condiziona fortemente le scelte alimentari orientandole su cibi non propriamente salutari, spesso ricchi di zuccheri raffinati e grassi saturi. L’aumento di peso, infatti, è spesso legato all’acquisizione di abitudini alimentari scorrette e, più in generale, alla conduzione di uno stile di vita poco sano.
Inoltre, se muore la nostra identità sessuale e il lato erotico viene escluso dalla vita, il rapporto con il cibo può ulteriormente cambiare. L’eros esce dalla vita, le passioni, gli interessi e i desideri vengono oscurati, lasciando il campo a pericolosi meccanismi di compensazione che possono sfociare in disturbi del comportamento alimentare più o meno gravi.