Educazione alimentare
Il nutrizionista deve fornire una vera e propria educazione alimentare. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la FAO (Food and Agriculture Organization) hanno dato una precisa definizione di educazione alimentare: “processo informativo ed educativo per mezzo del quale si persegue il generale miglioramento dello stato di nutrizione degli individui, attraverso la promozione di adeguate abitudini alimentari, l’eliminazione dei comportamenti alimentari scorretti, l’utilizzazione di manipolazioni più igieniche degli alimenti ed un efficiente utilizzo delle risorse alimentari”. L’obiettivo principale del nutrizionista non è assecondare il desiderio di dimagrimento ottenuto ad ogni costo per sfoggiare un perfetto bikini, ma è quello di educare il paziente alla conoscenza degli alimenti, degli effetti negativi che quantità eccessive o ridotte di questi possono avere sulla salute, nonché dell’importanza di avere uno stile di vita attivo. Solo attraverso la consapevolezza di ciò, una prescrizione dietoterapica può avere successo.
Per tale motivo il mio metodo è basato su un approccio non solo dietetico, ma anche educativo, finalizzato all’acquisizione, da parte del paziente, di regole comportamentali che, andando oltre la sola dieta, possano condurre la persona ad un graduale miglioramento dello stile di vita e ad una maggiore cultura del benessere.
“La conoscenza degli alimenti e la maggiore consapevolezza di sé, e quindi delle proprie esigenze nutrizionali, può aiutare il paziente ad avere un rapporto più equilibrato e sereno con il cibo e il proprio corpo”.
Consulenze nutrizionali
Il NUTRIZIONISTA può ricoprire incarichi personali presso aziende pubbliche, per effettuare analisi e valutazioni in rapporto ai sistemi di ristorazione e/o per redigere piani nutrizionali per le mense (ad esempio i menù delle scuole).
Può fornire consulenza presso:
• aziende private (in particolare alimentari)
• ristoranti
• centri fitness
• palestre
• strutture termali
• centri sportivi
Divulgazione
Le fonti d’informazione ci bombardano quotidianamente di diete e consigli che spesso, più che favorire il nostro benessere, giovano alle tasche delle industrie alimentari e farmaceutiche. La gente continua ad ammalarsi e condizioni patologiche quali l’obesità, il diabete e l’ipertensione, solo per citarne alcune, sono in progressivo aumento. Tra le cause principali c’è il cibo.
“Fate che il cibo sia la vostra migliore medicina e che la vostra medicina sia il cibo”. (Ippocrate)
Alimentarsi è un atto che l’uomo compie ogni giorno senza considerare i principi di una alimentazione sana ed equilibrata, sottovalutando qualità, quantità e combinazioni alimentari.
Alimentarsi vuol dire introdurre nel nostro corpo uno o più alimenti per soddisfare il proprio fabbisogno e lo stimolo della fame.
“Oggi ho mangiato bene non è sinonimo di essersi nutriti in modo corretto.”
Quasi tutti conoscono i cibi più calorici, ma ben pochi sanno che:
• nutrirsi significa introdurre la giusta quantità di PROTEINE, CARBOIDRATI, LIPIDI, FIBRE, VITAMINE, SALI MINERALI e ACQUA, per provvedere al bisogno plastico, energetico, di regolazione e protezione del nostro corpo;
• nutrirsi vuol dire assumere alimenti compatibili con il nostro organismo, che cambiano da persona a persona.
“Non posso fare il pieno di benzina quando il motore funziona a gasolio.”
L’alimento è una componente estranea al nostro corpo. Noi incorporiamo i principi chimici, fisici e le “memorie” dell’ alimento. Molte persone pensano che l’alimento sia parte integrante del nostro corpo e che possa causare danni solo in caso di alterazioni dovute ad agenti patogeni (microorganismi) o in presenza di sostanze tossiche.
Mangiare è un’azione paragonabile all’assunzione di un farmaco, dal momento che ogni sostanza estranea determina delle reazioni di accomodamento del nostro organismo, con sintesi di enzimi, ormoni e sostanze atte a rendere “l’intruso” compatibile al nostro sistema organico.
Ogni giorno migliaia di persone lamentano problemi dopo i pasti. Questi disturbi possono essere di lieve entità come gonfiori o sonnolenza, ma possono anche rappresentare i primi segnali di quelle che in futuro possono risultare gravi patologie.
Non bisogna trascurare, infine, che l’alimento subisce ogni anno modifiche nella sua struttura biochimica ad opera dell’ambiente, delle nuove tecnologie e delle frodi alimentari.
“Le modifiche degli alimenti alterano lo stato di equilibrio dell’organismo e possono essere causa di malesseri più o meno gravi.”
Da qui il ruolo del Biologo Nutrizionista quale professionista esperto e attento, capace di offrire le proprie conoscenze al servizio delle persone, al fine di guidarle ad uno stato di salute e benessere ottimali (o accettabili in caso di malattia) attraverso la consapevolezza delle scelte alimentari quotidiane.
Il biologo nutrizionista, infine, oltre a fornire consulenze e ad elaborare diete personalizzate, si occupa di organizzare e condurre incontri educativi di informazione e divulgazione relativi alla corretta alimentazione, anche al fine di prevenire l’insorgenza di malattie causate da un’alimentazione scorretta.
Anamnesi alimentare
L’anamnesi è una metodologia diagnostica fondamentale per conoscere il trascorso del soggetto in termini di stile di vita, alimentazione, sport praticati, infortuni, patologie, interventi chirurgici.
Le informazioni raccolte in questa fase permettono di dedurre altri importanti aspetti riguardanti il paziente, come la percezione che il soggetto ha di sé stesso e la considerazione della propria forma fisica. Il maggior numero di informazioni raccolte permette di creare un percorso di lavoro altamente specifico per la persona in esame.
L’anamnesi costituisce uno strumento indispensabile per quantificare e qualificare il consumo alimentare, rimarcare gli eventuali errori ed eccessi alimentari e definire gli essenziali correttivi nutrizionali e dello stile di vita in generale.
L’anamnesi alimentare si concentra in primo luogo su storia clinica, patologia di base e complicanze associate, eventi intercorrenti, ricerca di fattori che espongono l’individuo ad un aumentato rischio di malnutrizione (in eccesso e in difetto).
Non per ultimi saranno esaminate le consuetudini alimentari e i fattori ad esse correlati: verranno valutati fame e sazietà, l’avversione per determinati alimenti, l’utilizzo di eventuali supplementi dietetici e/o di farmaci, intolleranze o allergie alimentari, ecc.
Si raccoglieranno informazioni sul peso corporeo, principalmente in riferimento ai valori abituali e alle variazioni volontarie e involontarie, al fine di stimare grossolanamente l’andamento del bilancio energetico nel periodo più recente (ultimi mesi o ultime settimane).
Attraverso l’atlante fotografico degli alimenti si valuteranno le porzioni generalmente consumate, tenendo conto delle abitudini alimentari personali al fine di pianificare un percorso dietetico personalizzato.
Valutazione dello stato nutrizionale
La composizione corporea è una variabile che, unita al bilancio energetico e alla funzionalità corporea, definisce lo stato nutrizionale. Infatti, la composizione del corpo umano e la disponibilità di nutrienti energetici condizionano fortemente le funzioni dell’organismo. Poiché la funzionalità dell’organismo incide a sua volta sullo stato di salute, è lecito affermare l’esistenza di una chiara correlazione tra stato di salute e composizione corporea.
“La crescita, l’invecchiamento e lo stato patologico modificano la composizione corporea”.
Una delle tecniche più accurate per la determinazione della composizione corporea e, quindi, dello stato nutrizionale è la “Body Imepedance Analysis (B.I.A.)” che sfrutta la diversa conduttività dei tessuti del corpo al passaggio di una corrente elettrica alternata a basso voltaggio. Suddivide il peso in acqua corporea totale (intra ed extracellulare), massa grassa e massa magra.
Cos’è il bioimpedenziometro?
L’impedenziometria garantisce un’immediata analisi dello stato nutrizionale attraverso la valutazione bi-compartimentale del metabolismo, dello stato di idratazione dei tessuti, delle componenti metaboliche e dello stato elettrolitico.
L’analisi impedenziometrica può essere esercitata su:
◦ Bambini
◦ Adolescenti
◦ Adulti
◦ Anziani
◦ Sportivi
◦ Atleti
◦ Soggetti con patologia acuta e cronica
La bioimpedenziometria è una tecnica non invasiva per la valutazione della composizione corporea, sia di tipo quantitativo che qualitativo. Il bioimpedenziometro permette di misurare, oltre alla massa magra e alla massa grassa, anche l’acqua corporea e la sua distribuzione (e quindi lo stato di idratazione), la massa cellulare attiva, il metabolismo basale, l’integrità delle membrane cellulari e altri parametri utili per la valutazione non soltanto nutrizionale, ma dello stato di salute generale.
Nel campo della nutrizione rappresenta un importante strumento per indirizzare al meglio la terapia nutrizionale ed eventuali integrazioni, consente di valutare gli stati di disidratazione o gli edemi, il grado di deperimento organico e lo stato di stress. Risulta quindi uno strumento utilissimo per differenziare nel corso di dimagrimento la perdita di massa grassa da quella magra e può essere applicato in molti campi: nello sport (stato di idratazione, aumento o riduzione della massa magra…), nella medicina di base (prevenzione e diagnosi di scompenso cardiaco, valutazione dello stato nutrizionale…), nei centri dietologici (per valutare l’effettiva efficacia della terapia dietetica).
L’esame è molto semplice: l’apparecchio lascia passare una leggerissima corrente tramite due coppie di elettrodi che vengono applicati alla mano e al piede del paziente. I dati ottenuti vengono elaborati dal software che rilascia i risultati del test. Un accorgimento importante: è necessario che il soggetto che si sottopone al test non debba aver fatto intensa attività fisica nelle 24 ore precedenti. Ovviamente non possono sottoporsi persone in stati febbrili, con escoriazioni o malattie in corso.
Elaborazione di diete personalizzate
Il compito del Biologo nutrizionista è quello di determinare piani dietetici individuali in relazione ad accertate condizioni fisiopatologiche, elaborare diete per la collettività (ad esempio per le mense aziendali e scolastiche, gruppi sportivi ecc.) e profili nutrizionali speciali a sostegno di condizioni patologiche in ospedali, case protette ecc. Nell’elaborazione di uno schema dietetico appropriato, quindi, si terrà conto, dello stato generale del paziente, dell’età, del sesso, delle eventuali patologie, dei fabbisogni nutrizionali minimi, della composizione corporea, delle abitudini alimentari e delle condizioni di vita. Esso si baserà esclusivamente su basi scientifiche, con particolare riferimento alle “linee guida per una sana alimentazione” e ai “LARN” (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) al fine di rispettare i fabbisogni dietetici del paziente.
La dieta dimagrante personalizzata corrisponde alla definizione di un regime alimentare calibrato su esigenze individuali e peculiari.
Il calcolo di una dieta personalizzata permette di individuare il corretto peso forma, ovvero il peso che consente all’utente di apprezzare il proprio corpo e sentirsi in gran forma. I parametri rilevanti sono: il peso, l’altezza, le principali circonferenze corporee, il sesso, l’età anagrafica, lo stile di vita e le abitudini alimentari. La dieta personalizzata prevede la creazione di menù sani ed equilibrati utili a raggiungere il peso ideale e, contemporaneamente, migliorare lo stato di salute del proprio fisico.
Attenzione al peso forma
Come valutare lo stato di salute dell’organismo? Il modo migliore per farlo è calcolare il proprio peso ideale. Un corretto peso forma garantisce la massima funzionalità dei nostri organi, assicurando una vita longeva e in salute.
Il peso corporeo ideale corrisponde a un valore soggettivo che varia da individuo a individuo in base alla statura, al sesso, alla costituzione corporea, all’età, all’allenamento e allo stato di salute.
Per calcolarlo è necessario rapportare la cifra del peso (espressa in kg) all’altezza, dividendo la prima per la seconda al quadrato. Tale formula individua l’Indice di Massa Corporea che, generalmente, oscilla tra il 18,5 e il 24,9.
Dieta personalizzata: quali vantaggi?
I benefici di una dieta calcolata in relazione alle singole esigenze sono molti:
• dimagrimento senza sforzi eccessivi
• riduzione del sovrappeso e contrasto all’obesità
• miglioramento nelle prestazioni sportive
• miglioramento delle prestazioni mentali
• riduzione del colesterolo e dei trigliceridi, con conseguente miglioramento delle condizioni di salute
• miglioramento ipertensione e metabolismo
• educazione al corretto rapporto con il cibo, per garantire un pasto equilibrato ed energetico.
Dieta dimagrante su misura
Il programma alimentare adottato consente all’utente di imparare a conoscere le proprietà degli alimenti e a utilizzarli correttamente, per trarre benefici in termini di peso, energia e vitalità.
Il percorso di formazione alimentare prevede la creazione di diete personalizzate e menù calibrati sulle singole esigenze.
Da questo momento, è possibile comporre liberamente il proprio menù, scegliendo i pasti dalla lista personalizzata.
“Il programma offre un’educazione alimentare pensata e sviluppata sulle esigenze dell’utente, permettendogli di gestire i propri pasti con serietà, autonomamente e per sempre”.
Consigli utili
La comunità scientifica sostiene l’esistenza di uno stretto legame tra una corretta alimentazione e una vita in buona salute. Per mantenersi in salute e in forma occorre essere attivi tutti i giorni ed alimentarsi in modo adeguato sotto il profilo nutrizionale, sia sul piano qualitativo che quantitativo.
La prima regola da rispettare per la corretta salute alimentare è prestare attenzione ai nutrienti contenuti nei singoli alimenti o pietanze e verificare che le entrate caloriche siano sempre proporzionate al dispendio energetico. Quando questo equilibrio non è rispettato, subentra il rischio dell’insorgenza di situazioni di sovrappeso e di obesità. I principali alleati per scongiurare la comparsa dell’obesità sono: l’adozione di una dieta equilibrata e lo svolgimento quotidiano dell’attività fisica.
È sufficiente svolgere un’attività fisica di moderata intensità (ad esempio camminare o andare in bicicletta per raggiungere il posto di lavoro o fare la spesa). Camminare per almeno 30 minuti al giorno è sicuramente una buona abitudine.
Per quanto concerne la corretta alimentazione, è importante seguire una dieta variata e bilanciata nella quale ciascun alimento contribuisca con le proprie specificità a garantire un apporto completo di nutrienti per la salute.
“Un‘alimentazione monotona e basata sempre e solo sullo stesso alimento può comportare disturbi e malattie da carenze e/o squilibri più o meno gravi”.
Infatti, escluso il latte materno nei primi sei mesi di vita, non esiste l’alimento ideale e completo. Ogni alimento ha caratteristiche nutrizionali proprie e può essere sostituito solo da altri con proprietà analoghe. Ciò non toglie che un alimento, alla luce del suo profilo nutrizionale, possa risultare il più adatto per una dieta mirata ed equilibrata.